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Si è assistito negli ultimi decenni a un moltiplicarsi di studi sulle professioni liberali, che è stato il prodotto, anzitutto, dalla fortuna storiografica del tema delle «borghesie dell'Ottocento»: un plurale che voleva sottolineare la varietà di profili e vocazioni di una borghesia da ristudiare secondo le griglie dell'analisi sociologica sui ceti medi, abbandonando l'univoca identificazione tra borghesia e sviluppo del capitalismo industriale. In un quadro ampiamente ispirato a criteri comparativi, il tema ha dato origine a importanti contributi anche alla storia delle università e delle professioni. La ricchezza di pubblicazioni, convegni e seminari su questi temi, il crescente coordinamento tra i centri di ricerca e l'avvio di nuove riviste suggeriscono che possa esser utile volgersi indietro, per vedere se dagli studi sull'Ottocento vengano spunti interpretativi e comparativi utili a inquadrare gli studi sulla storia delle università e delle professioni nel periodo precedente, dalle riforme illuminate all'età napoleonica; e inversamente, se dalla prospettiva settecentesca emergano problemi aperti e questioni di raccordo coi temi delle «borghesie colte» dell'Ottocento.